Visto il boom di domande inviate in un solo giorno per richiedere i Voucher Innovation Manager, il MISE ha aggiunto 46 milioni di euro in più per le imprese. Approvato il secondo elenco di soggetti ammessi.
Il Voucher Innovation Manager è il contributo a fondo perduto per l’acquisto di prestazioni consulenziali finalizzate a sostenere i processi di trasformazione tecnologica e digitale delle imprese.
Il Decreto attuativo del 7 maggio 2019 aveva fissato i requisiti generali per accedere al voucher. Il contributo è rivolto alle PMI e alle reti di imprese che hanno assunto risorse manageriali per favorire processi di digitalizzazione, l’Innovation Manager appunto. Il contratto di rete dovrebbe prevedere un minimo di tre imprese.
Il voucher è diversificato in base alla tipologia di impresa che ne fa richiesta:
- per le micro e piccole imprese il contributo è pari al 50% dei costi sostenuti ed entro il limite massimo di 40mila euro,
- per le medie imprese è del 30% entro il limite massimo di 25mila euro,
- nel caso dei contratti di rete il voucher è del 50% entro il limite massimo di 80mila euro.
Le spese ammissibili al contributo devono essere sostenute a titolo di compenso per le prestazioni di consulenza specialistica rese da un manager dell’innovazione qualificato, indipendente e inserito temporaneamente, con un contratto di consulenza di durata non inferiore a nove mesi, nella struttura organizzativa dell’impresa o della rete.
Spese che devono indirizzare e supportare i processi di innovazione, trasformazione tecnologica e digitale attraverso l’applicazione di una o più delle seguenti tecnologie abilitanti:
- big data e analisi dei dati;
- cloud, fog e quantum computing;
- cyber security;
- integrazione delle tecnologie della Next Production Revolution (NPR) nei processi aziendali, anche e con particolare riguardo alle produzioni di natura tradizionale;
- simulazione e sistemi cyberfisici;
- prototipazione rapida;
- sistemi di visualizzazione, realtà virtuale (RV) e realtà aumentata (RA);
- robotica avanzata e collaborativa;
- interfaccia uomo-macchina;
- manifattura additiva e stampa tridimensionale;
- internet delle cose e delle macchine;
- integrazione e sviluppo digitale dei processi aziendali;
- programmi di digital marketing, quali processi trasformativi e abilitanti per l’innovazione di tutti i processi di valorizzazione di marchi e segni distintivi (il cosiddetto “branding”) e sviluppo commerciale verso mercati;
- programmi di open innovation.
Non solo. I voucher coprono anche una tipologia ben diverse di spesa, per consulenze volte ad orientare i processi di ammodernamento degli assetti gestionali e organizzativi, compreso l’accesso ai mercati finanziari e dei capitali, attraverso:
- l’applicazione di nuovi metodi organizzativi nelle pratiche commerciali, nelle strategie di gestione aziendale, nell’organizzazione del luogo di lavoro, a condizione che comportino un significativo processo di innovazione organizzativa dell’impresa;
- l’avvio di percorsi finalizzati alla quotazione su mercati regolamentati o non regolamentati, alla partecipazione al Programma Elite, all’apertura del capitale di rischio a investitori indipendenti specializzati nel private equity o nel venture capital, all’utilizzo dei nuovi strumenti di finanza alternativa e digitale quali, a titolo esemplificativo, l’equity crowdfunding, l’invoice financing, l’emissione di minibond.
In base al decreto direttoriale approvato il 25 settembre dal MISE, le risorse a disposizione dei Voucher Innovation Manager per il 2019 e il 2020 ammontavano a 50 milioni di euro. Dall’elenco delle domande finanziabili 1.784 ne erano rimaste escluse. Per finanziarle, il Ministero a gennaio 2020 ha deciso di stanziare altri 46 milioni di euro per i voucher per consulenza in innovazione a favore di micro, PMI e reti di imprese. Il 9 marzo è stato approvato il secondo elenco di domande ammissibili al voucher a seguito del rifinanziamento. Entro 6° gg. si dovranno stipulare i contratti e avviare le attività.