Investire in Thailandia: Opportunità, Regolamenti e Settori Chiave

19 Marzo 2025 | Informazioni

La Thailandia si conferma una delle economie emergenti più dinamiche dell’Asia, con un PIL di 515 miliardi di dollari che la colloca al nono posto nella regione. Questo successo deriva da un ambiente favorevole agli investitori, politiche di promozione economica e una posizione strategica all’interno dell’ASEAN.

L’Office of the Board of Investment (BOI), istituito nel 1966, gioca un ruolo chiave nell’attrarre investimenti, sia nazionali che internazionali, attraverso incentivi fiscali e regolatori. Parallelamente, la Thailandia si distingue anche come investitore regionale, con progetti in Cambogia, Laos, Myanmar e Vietnam, rafforzando così la propria influenza economica nel Sud-Est asiatico.

Gli investimenti stranieri in Thailandia sono disciplinati principalmente dal Foreign Business Act (FBA) del 1999. Sebbene il Paese abbia recentemente introdotto incentivi per attrarre investitori, pensionati benestanti e professionisti altamente qualificati, ci sono ancora alcune restrizioni. Il FBA impone limiti alla partecipazione straniera in settori strategici, come banche, assicurazioni e telecomunicazioni, dove la proprietà straniera non può superare il 50% senza speciali licenze.

La regolamentazione prevede anche obblighi per gli stranieri che desiderano lavorare nel Paese, i quali devono ottenere un permesso di lavoro in conformità con il Working of Alien Act del 2008. Tuttavia, grazie al BOI, gli investitori possono accedere a incentivi che facilitano il processo di insediamento e avvio delle attività.

L’Investment Promotion Act del 1977 consente al BOI di offrire incentivi significativi per attrarre investimenti esteri, suddivisi in:

  • Incentivi fiscali: esenzioni dall’imposta sul reddito delle società per periodi specifici e riduzioni sui dazi d’importazione per macchinari e materie prime nelle fasi iniziali dell’attività.
  • Incentivi non fiscali: agevolazioni per i permessi di lavoro, possibilità di proprietà terriera per gli investitori stranieri e piena proprietà in settori selezionati.

Un ulteriore supporto viene dalla Industrial Estate Authority of Thailand (IEAT), che sviluppa zone industriali e fornisce servizi logistici, aiutando gli imprenditori a stabilirsi nel Paese.

Tra il 2015 e il 2022, il Giappone è stato il principale investitore in Thailandia. Nel 2023, la Cina ha superato il Giappone, seguita da Singapore e Stati Uniti. Nel primo semestre del 2024, il Giappone è tornato al primo posto, con 84 progetti approvati per un valore di oltre 40 miliardi di baht.

Questo trend conferma la crescente attrattività della Thailandia per gli investitori internazionali, che vedono nel Paese una piattaforma strategica per l’espansione nel Sud-Est asiatico.

La Thailandia si avvantaggia delle tensioni commerciali tra Cina e Stati Uniti, attrarre aziende che desiderano diversificare la propria catena di approvvigionamento. Alcuni settori di punta includono:

  • Industrie biocircolari e verdi
  • Produzione di veicoli elettrici (Mercedes e Great Wall Motor stanno investendo nel Paese)
  • Elettronica intelligente
  • Industrie digitali e creative

Un’area strategica per questi investimenti è il Corridoio Economico Orientale (EEC), che comprende le province di Chachoengsao, Chonburi e Rayong. Gli investitori che scelgono l’EEC beneficiano di incentivi fiscali e infrastrutture avanzate. Delle 317 aziende straniere approvate per investire nel 2024, 99 hanno scelto di operare nell’EEC.

Le Zone Economiche Speciali (ZES), istituite dal governo thailandese lungo le regioni di confine, sono strumenti per promuovere la crescita industriale e attrarre investimenti. Attualmente, il Paese ha 10 ZES, ciascuna con una vocazione specifica:

  1. Tak: commercio con il Myanmar e attività manifatturiere.
  2. Sa Kaeo: hub logistico per Cambogia e Vietnam.
  3. Trat: sviluppo turistico e commerciale con la Cambogia.
  4. Mukdahan: logistica e produzione connessa al Vietnam.
  5. Songkhla: industria della gomma ed elettronica, commercio con la Malesia.
  6. Chiang Rai: logistica e agricoltura con connessione alla Cina.
  7. Nong Khai: supporto al commercio Thailandia-Laos.
  8. Nakhon Phanom: agricoltura e manifattura leggera con accesso al Vietnam.
  9. Kanchanaburi: industria manifatturiera e commercio con il Myanmar.
  10. Narathiwat: focus su pesca e lavorazione del legno con la Malesia.

Investire in Thailandia offre molteplici opportunità grazie alla posizione strategica del Paese, al supporto del BOI e agli incentivi offerti nelle ZES e nell’EEC. Tuttavia, è fondamentale comprendere i regolamenti locali e le restrizioni del Foreign Business Act per ottimizzare le proprie strategie di investimento. Con l’aumento degli IDE e la crescente attrattività della Thailandia come hub produttivo e tecnologico, il futuro degli investimenti nel Paese appare promettente.

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